venerdì 5 febbraio 2010

Origini lontane

De Nicola e De Gasperi, i due onestissimi "De".....si trovarono a confrontarsi, in un lontano 1946, con un intelligentissimo comunista che fu il "To"(gliatti). I due chiarissimi "De", l'uno montanaro e l'altro marinaio, si fidarono del furbissimo politico siberiano "To" e lo nominarono prima Vice Presidente del Consiglio e poi Ministro della Giustizia. Il nuovo "Guardasigilli" della restaurata Giustizia liberale fu molto attivo, anche perchè agì, e non poteva farne a meno, tenendo un occhio rivolto anche alla sua Patria di adozione. E, quindi, qualcuno opinava che seminasse radici acconce nell'orticello del rinascente Ordine giudiziario. Perchè, poi, quelle radici, abbiano avuto proprio nelle Terre lombarde, virulenta fioritura, generatrice di interessi più particolari che generali, oblianti, persino, fondamentali pilastri del nobile Diritto romano, é fatto non ancora esattamente accertato.
E' accertato, però, che da quel Presidio giudiziale lombardo partì la convinzione che i Magistrati avessero il diritto di sindacare ed interferire sia nei tempi della elaborazione delle norme di legge sia nelle fasi esecutive degli obbligati compiti degli Organi di Governo. Convincimento che non trovò plebiscitaria adesione perchè qualcuno obiettò che una simile visione avesse, addirrittura, carattere eversivo rispetto all'antica e "garantista" legge dell'equilibrio dei poteri di qualsiasi Stato - e di qualunque popolo - democratico e veramente libero. La serietà del contendere ha portato, quindi, il problema a varcare le soglie delle aule parlamentari. Senza entrare nel merito giuridico-costituzionale dell'alto disquisire, si vuole, qui, soltanto rappresentare lo stupore indignato di tanti cittadini, fonte elettorale e quindi sorgiva della concessione dei poteri, dinanzi all'iroso ed incivle confliggere , nell'intimo ambito dello stesso Potere legislativo, circa i poteri ed i diritti di tutela per esso previsti dalla Legge costituzionale.

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